Il 21 giugno 2023, il Consiglio federale ha incaricato il DFI di svolgere una procedura di consultazione sul riconoscimento di forme di alloggio con assistenza per i beneficiari di PC all’AVS (LPC) presso i Cantoni, i partiti politici, le associazioni mantello nazionali dei Comuni, delle città e delle regioni di montagna, le associazioni mantello dell’economia che operano a livello nazionale e le cerchie interessate.

L’obiettivo della presente modifica di legge è di consentire il finanziamento di forme di alloggio con assistenza mediante prestazioni complementari all’AVS. Con questa nozione, che va intesa in senso ampio, ci si riferisce sia all’alloggio con prestazioni di assistenza al domicilio abituale della persona interessata che all’alloggio con assistenza istituzionalizzato. Le nuove prestazioni riconosciute promuovono pertanto l’autonomia abitativa e non sono legate a forme specifiche di alloggio.

Situazione iniziale: Questo progetto di revisione adempie la mozione 18.3716 della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale «Prestazioni complementari per le forme di alloggio con assistenza», adottata dal Consiglio nazionale il 6 marzo 2019 e dal Consiglio degli Stati il 13 dicembre 2019. La mozione si fonda su alcune constatazioni importanti concernenti l’attuale realtà dell’assistenza alle persone anziane, e in particolare sul fatto che un terzo delle persone che abitano in un istituto necessita di meno di un’ora di cure al giorno. Vivere in un alloggio con assistenza o beneficiare di determinate prestazioni di assistenza a domicilio risponderebbe meglio alle esigenze di queste persone e al loro desiderio di rimanere il più a lungo possibile nella propria abitazione, e al tempo stesso consentirebbe di evitare trasferimenti prematuri in istituto. Al fine di evitare o rinviare l’entrata in questi istituti, la mozione incarica pertanto il Consiglio federale di modificare la legge federale sulle prestazioni complementari all’assicurazione per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità al fine di garantire il finanziamento di forme di alloggio con assistenza a favore dei beneficiari di prestazioni complementari all’AVS. (Fonte : Rapporto esplicativo, UFAS)

 

In linea di principio Alzheimer Svizzera accoglie con favore l’attuale proposta di riconoscimento delle residenze assistite per i beneficiari di prestazioni complementari all’AVS, anche se è ancora necessaria un’ottimizzazione.

Il 16 ottobre 2023, Alzheimer Svizzera ha inviato all’Ufficio federale delle assicurazioni sociali la sua risposta attuale in merito a questa consultazione. Qui di seguito trovate un riassunto della nostra presa di posizione.

 

Costose case di cura al posto di un’assistenza mirata

Quasi un terzo delle persone che oggi vivono in case di cura ha bisogno di una sola ora di assistenza al giorno. Purtroppo, per motivi economici, un posto in una casa di riposo è attualmente l’unica alternativa per molte delle persone affette, dal momento che le assicurazioni sociali non coprono nella stessa misura i costi di altre forme di abitazione. Chi ha ancora un certo grado di autonomia ma necessita di un supporto per strutturare la propria vita quotidiana - come spesso accade alle persone affette da demenza - oggi è quasi costretto a entrare in una casa di riposo. Questo non è vantaggioso per la salute e il benessere dei malati, né è sensato dal punto di vista economico.

 

Creazione di nuovi finanziamenti

Un migliore finanziamento dell’assistenza a domicilio aiuta a posticipare o addirittura a prevenire i ricoveri in casa di cura, a sgravare in modo sostenibile le prestazioni complementari e, allo stesso tempo, a rafforzare l’autonomia e la salute degli anziani e delle persone affette da demenza lieve.

Simili soluzioni abitative «tra appartamento normale e casa di cura» consentono ai malati di rimanere mobili e di mantenere i loro contatti sociali. Fattori considerati di prevenzione secondaria e terziaria e che aiutano a risparmiare ulteriori costi sanitari. In questo contesto ricopre un ruolo particolarmente efficace l’assistenza sociale, che aiuta a prevenire la solitudine, un forte fattore di rischio che può portare all’autoinsufficienza e alla demenza. Alla luce dello sviluppo demografico, nella Legge federale sulle prestazioni complementari all’assicurazione per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPC) va inserito al più presto un finanziamento atto a finanziare l’assistenza in età avanzata.

Alzheimer Svizzera accoglie quindi con favore la proposta del Consiglio federale di considerare un finanziamento dell’assistenza a domicilio e nelle case di cura. Per molte persone affette da demenza è ancora possibile gestire una piccola unità familiare in una residenza assistita, se si dispone di una struttura sicura con servizi quali assistenza di base, farmaci controllati, servizio di ristorazione, chiamata di emergenza, sistema di allarme antincendio e un punto di contatto interno / consulenza. È importante che venga finanziata anche l’assistenza psicosociale, che contrasta la solitudine e consente di svolgere attività interessanti e significative.

 

Necessaria una semplice implementazione

Una mozione in tal senso (18.3716)è stata adottata a larga maggioranza dall'Assemblea federale nel 2019. Anche la proposta di far coprire i costi dell’assistenza dai cantoni e dai comuni è molto apprezzata, in quanto sarebbero soprattutto essi a dover finanziare le case di cura aggiuntive che sarebbero altrimenti necessarie.

La regolamentazione delle residenze assistite dovrebbe essere la più completa possibile a livello federale. Le poche soluzioni cantonali, molto diverse tra loro, non si sono rivelate efficaci. Sarebbe ottimale una soluzione che preveda prestazioni integrative annuali.

Per evitare una lunga procedura di fatturazione con fatture individuali, si potrebbe prendere in considerazione una tariffa forfettaria basata sulla domanda con quote orarie. L’impegno amministrativo sarebbe minore rispetto all’elaborazione tramite cassa malati e AI, se non si devono controllare e rimborsare le singole fatture.